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VERONICA MAYA

Intervista verità alla bella Veronica, prossima protagonista di una performance al Teatro Sistina di Roma.

Che fosse bella non è una novità. Ma la sua umanità mi ha colpito, segnando inevitabilmente i tratti di quest’intervista in cui Veronica si racconta senza nascondere la fragilità della persona, la capacità dell’artista e la tenacia della donna. La incontriamo a pranzo nella bella cornice del tennis al foro italico, tra i piatti sushi del ristorante Shinto, che frequenta spesso. Le sue radici napoletane la mantengono coi piedi per terra: “lavorare per me è tutto, ma mi adatto a ogni mansione: servo anche nel ristorante di mio padre qualche volta”. Racconti e segreti di una 33enne che sottovoce ha portato “Verdetto finale”, trasmissione della mattina di RAIUNO, al 37 % di share quotidiano. Il 24 maggio sarà al Teatro Sistina di Roma con “Tip Tap Show” di Cesare Vangeli. Mica male per una che ha iniziato come ballerina…

Dalla passione per la danza alla conduzione tv passando per il teatro con grande successo: quanta fortuna, quanta bravura?

Un buon mix di entrambe le cose. Sicuramente la voglia e il desiderio di fare questo mestiere, di buttarmi nel mondo dell’arte senza mai improvvisarmi. Sono sempre stata una bambina estremamente disciplinata ed esigente con me stessa, finché ho convinto mia madre all’età di 5 anni ad iscrivermi ad una scuola di danza classica: l’ho sempre frequentata puntuale e l’ho presa molto sul serio, danzando fino al 2003 in compagnie importanti come quella di Renato Greco e partecipando a molti musical di successo. Ho viaggiato col varietà in Svizzera, Francia e Germania, ho insegnato sia danza classica che modern-jazz. La danza comunque mi ha dato gli strumenti per affrontare il mondo della televisione per il quale non esiste una scuola. Aver studiato come ci si muove in una sala prove, i rapporti con un insegnante, far muovere uno spazio, gestirlo, “farlo vivere” e riempirlo come avviene in uno studio tv mi è servito. Il teatro che ho fatto mi ha insegnato a gestire il rapporto con il pubblico, a capire cosa piace e cosa no. Tutto questo mio bagaglio l’ho utilizzato per la conduzione televisiva.

In famiglia ci sono esperti di ristorazione, a te cosa piace di quel mondo?

Ho lavorato con mio padre al ristorante, sono cresciuta in quell’ambiente, conosco e amo quel lavoro. Lo farei, se non avessi avuto la fortuna di lavorare in tv. Ancora adesso quando ci vado, servo ai tavoli e fino a qualche tempo fa facevo anche i dolci che venivano proposti ai clienti. Tiramisù al caffè, frutti rossi, crostate, pan di Spagna, plum-cake alle mele. Mi divertiva molto.

La bellezza tanto cercata  va mantenuta. Il tuo segreto per mantenerti così bella?

Innanzitutto non mi sono mai sentita una bella: quando fai la ballerina classica conta il talento e quanto riesci a raggiungere i tuoi obiettivi. Il mio rapporto con lo specchio non era legato alla bellezza quindi, ma al riuscire ad eseguire un passo, un esercizio. Successivamente è subentrata la consapevolezza di essere bella, ma mi sento molto più femminile oggi che non a 20 anni. E’ uno strumento che mi piace usare con ironia, il look, il portamento, gli sguardi. La bellezza mi è servita ma non sono maniacale nel ricercarla: campo di rendita col fisico perché ho fatto molto esercizio molte ore al giorno. Tutto con grande naturalezza. La bellezza comunque serve un po’ in questo lavoro, ma paradossalmente le ragazze belle fanno più fatica a dimostrare le loro qualità e a farsi accettare.

Che cos’è la felicità?

La felicità la provi e la gusti quando hai assaporato anche l’infelicità. Per sapere il gusto di un momento felice devi passare per i momenti più difficili. La felicità è una conquista, è uno status che non dura per sempre, ci sono dei picchi di felicità tra gli alti e bassi della vita. Nella mia vita la felicità è una costante, riesco a conquistarmela e mi ritengo una persona felice in questo momento. Anche se la vita ci mette davanti di tutto, siamo un po’ anche noi gli artefici della nostra felicità.

Cosa non sopporti degli uomini?

Non sopporto a volte l’incapacità di essere chiari e diretti: noi donne siamo molto più risolutive, nero o bianco. Poi magari possiamo essere passionali o drammatiche, ma abbiamo le idee abbastanza chiare. Io so bene cosa voglio, non illudo mai nessuno, sono una persona diretta e onesta. Gli uomini a volte, anche se magari in buona fede, non riescono ad avere la stessa chiarezza, prendono tempo, sono un po’ più sornioni di noi donne.

In tv come conduttrice o  in teatro: qual’è il tuo ambiente artistico naturale?

Il mio grande amore è il teatro ma le mie grandi soddisfazioni artistiche le sto avendo in tv. Sarebbe un bel gioco e una buona fortuna alternare le due cose, fare tv tre o quattro mesi e alternarsi con una tournèe teatrale che ti ricarichi. Un artista non può spremersi di continuo in tv, ogni tanto deve anche staccare, anche per rinnovarsi e non annoiare il pubblico. Ogni tanto sparire dal video sarebbe un toccasana e un modo di tornare con una nuova energia e delle nuove idee.

Colleghi conduttori tv simpatici: con chi vorresti lavorare?

Paolo Bonolis. Ma anche con Fiorello, anche se considerato il suo modo di condurre forse non avrei spazio. Io invece sono una conduttrice che lascia molto spazio, mi piace fare il lavoro di squadra, come è capitato con Duilio Gianmaria nella conduzione in tandem in Uno Mattina, o con Massimiliano Ossini per Linea Verde oppure con Paolo Conticini allo Zecchino D’Oro. Sono state belle esperienze lavorative e di amicizie

A chi  devi dire “grazie” davvero?

A molte persone. E a molte l’ho anche detto. Sono una che – nel bene – non dimentica di dire grazie. Questa è una qualità che mi viene anche riconosciuta e che mi consente di avere molti amici veri, per fortuna. Grazie ai miei genitori che mi hanno dato la possibilità di sentirmi libera, mi hanno cresciuta con grande democrazia; mi hanno lasciato fare le mie esperienze controllandomi a distanza, mi hanno concesso di seguire l’arte e di sponsorizzare le mie esperienze artistiche senza impedimenti anche quando nel 2003 ho lavorato a TeleRoma 56 per soli 50 euro a puntata prima di approdare a RaiUno. Sono una che ho fatto la gavetta anche grazie a loro. Grazie alla mia insegnante di danza, a Fabrizio Maffei che mi lasciò andare a RaiUno, a Fabrizio Del Noce, ai miei amici che custodiscono gli episodi di normalità e di vita personale difficile lontana dai riflettori.

Sei nata a Parigi accanto alla chiesa di Notre Dame: qual’è il tuo rapporto con la religione?

Non parlo volentieri di queste cose, perché è un argomento molto personale e molto intimo e può essere facilmente strumentalizzato. Quello con la religione per me è un rapporto altalenante, ma fermo e costante allo stesso tempo da sempre. Parte da mia nonna Marcella che mi ha insegnato le preghiere finché crescendo ho trovato un rapporto individuale, necessario, di bisogno con Dio che in seguito ho imparato a cercare nei momenti di difficoltà. Una presenza molto forte che mi ha aiutato a superare anche momenti delicati.

Un saluto ai lettori di domenica Roma.

Ci vediamo questo mese in copertina in giro per la città. Grazie a tutti!

Mario STEFANELLI

Foto di Stefano ColarietI

Trucco e Parrucco Enza Ferraro

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