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una mostra imperdibile

da Corot a monet – la sinfonia della natura

Da Corot a Monet. “La sinfonia della natura”: dal 6 marzo al 29 giugno 2010 il Complesso del Vittoriano di Roma presenta una prestigiosa esposizione che per la prima volta mette in relazione le straordinarie innovazioni, attraverso cui gli Impressionisti rivoluzionarono la pittura tradizionale, con una comprensione più ampia della natura, della cultura e della modernizzazione del loro tempo. Oltre 170 opere tra dipinti, opere su carta e fotografie d’epoca, queste ultime mai esposte prima in Italia, ripercorrono l’evoluzione della rappresentazione della natura nella pittura francese dell’Ottocento, partendo dalle prime innovazioni ai canoni classici apportate dai pittori della Scuola di Barbizon, esplorando a fondo la rivoluzione degli Impressionisti, per arrivare al trionfo cromatico delle Ninfee di Monet. L’esposizione del Vittoriano viene così inaugurata nella soleggiante Roma pronta a mostrarsi verso tutti gli appassionati d’arte ed in particolare verso gli amanti dei leggeri e delicati tocchi cromatici tipici dell’impressionismo. Gli impressionisti devono il loro nome ad un articolo del critico L.Leroy che, richiamandosi in senso spregiativo al titolo del quadro di C.Monet, “Impressione: levar del sole”, definì impressionisti un gruppo di artisti che erano stati costretti ad esporre le loro opere nelle sale del fotografo Nadar a Parigi dopo essere stati rifiutati dalla giuria del “Salon”, la manifestazione espositiva ufficiale che al tempo poteva consacrare la fama di un artista. Motivo essenziale dell’impressionismo è il tentativo di rappresentare la realtà nella quale siamo immersi e che facendo parte di noi stessi può essere rappresentata. Gli impressionisti tendono a rendere questa realtà così come credono di percepirla e non si limitano a rappresentare solo la realtà naturalistica, ma estendono la loro opera anche alla figura umana ed alle vicende cittadine. L’ Impressionismo non è così solo un movimento artistico, è molto di più, ed è cio che percepiamo quando ci immergiamo completamente nella moltitudine disordinata dei colori spumeggianti e caldi dei dipinti esposti. Entrare nella mostra ed avere il tempo di poter ammirare con calma i vari dipinti, ci permette di entrare nel mondo, nella vita e nei pensieri degli artisti presenti, in quanto ogni loro quadro non è altro che la loro realtà personale e non quella semplicemente rappresentata dalla fotografia. Fotografia e fantasia insieme ad impressione vengono unite e nello stesso tempo messe a confronto in modo così armonico che sembra che il tempo non passi mai, sembra che lo spazio in cui ci troviamo sia un posto senza tempo e senza nessuno intorno, se non noi e la realtà rappresentata di fronte ai nostri occhi ed al nostro sguardo avido e voglioso di entrare anche solo per un attimo in un’altra realtà che non sia la nostra.

La mostra si apre con una selezione di opere a contrasto: da un lato i paesaggi classicheggianti, alla maniera dei Salon, come l’imponente Vista dell’isola di Capri di Harpignies, dall’altro il nuovo approccio degli artisti della Scuola di Barbizon, che sceglievano, invece, di raffigurare luoghi meno spettacolari e di creare composizioni meno fedeli ai dettami della tradizione. La mostra si chiude con una testimonianza dello splendido ciclo delle Ninfee, oggi chiamato Grandes Décorations, installato all’Orangerie di Parigi e aperto al pubblico nel 1927, un anno dopo la morte dell’artista. “Queste immense tele panoramiche, che raggiungono un’estensione totale di oltre novanta metri, segnano un netto passaggio concettuale dall’originario obiettivo artistico di Monet, ovvero quello di recarsi in campagna e dipingere tutto ciò su cui si posava lo sguardo – terra, cielo, acqua, barche, gente, edifici – purché il risultato fosse una composizione pregevole e coerente.”

Un’ esposizione imperdibile per chiunque voglia tuffarsi nella realtà impressionista rimanendo incantati dall’esplosione dei colori mostrata, insieme ad un grande desiderio di comunicare e saper prendere i lati più intimi della nostra personalità.

Gloria GARGANO

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