uno sport che è passione

Un tuffo fuori dall’acqua: ecco il surfcasting, pescare dalla riva.

Una delle più sentite tra le manifestazioni di empatia che si possa condividere tra esseri umani è sicuramente una serata di “SURFCASTING”(ovvero pesca dalla  riva) con un paio di amici.

La pesca è uno di quegli sport che si possono tranquillamente praticare da soli, ma che in questa maniera perdono un buon 60 % del divertimento, quindi molto più completi se si dividonocon persone a noi vicine.

Importante è accordarsi per bene su chi dovrà portare cosa, nonché detto suddivisione scientifica degli incarichi,  dai quali dipenderà per buona parte la riuscita della notte e sono in ordine sparso un paio di thermos con caffè e the ben caldi (se siete più di due prendeteli molto capienti), generi vari di biscotti da sgranocchiare e indumenti adatti al periodo che ci proteggano dalla nottata in riva al mare, le esche oltre naturalmente a tutta l’attrezzatura. Il profumo del mare invernale di notte è inebriante come il vento sopra la nave e con il mare in calata dopo una mareggiata, chiudendo gli occhi, si ha davvero l’impressione di navigare. Poche sono poi le cose che ti affratellano ad una persona come lo scaldarsi con un buon caffè  mentre si guarda il biancheggiare delle onde che accendono l’oscurità. Se ci mettete che è un tipo di pesca che non prevede una particolare attenzione a moderarei rumori in maniera eccessiva, ci scappano anche le chiacchiere  con gli amici.

Questo è ciò che riguarda l’aspetto ludico della serata; per quanto riguarda l’aspetto sportivo l’attrezzatura necessaria è costituita innanzitutto da un box rigido per il trasporto del materiale necessario (ami, filo, girelle, piombi ecc.) che li ripari dalla salsedine, una o più canne di una lunghezza intorno ai 4,20  metri  con i relativi mulinelli a bobina fissa, avvolti con un filo del diametro di 0,25/0,30 millimetri che ci garantirà  un buon carico di rottura dello stesso, alcuni piombi da 50 gr circa, degli ami numero 8/10 e  svariate possibilità di esche di cui la più comune è  forse l’arenicola, anellide policheta comune sulle nostre spiagge nella sabbia della battigia .

Una citazione doverosa dovuta a tutti gli appassionati un po’ più grandi va fatta per il mulinello che circa 20 anni fa spopolava sulle canne della maggior parte dei praticanti di questa pesca, il Mitchell 498: fra molti appassionati è ancora in voga nonostante gli ultimi modelli ne stiano un po’offuscando l’immagine.  La preda più comune nell’orario notturno è sicuramente la mormora (pagellus mormyrus) lungo fino a 30 cm, ha corpo ovale appiattito, colore grigio rosato; si tratta di un pesce grufolatoreche si inoltra un po’ di più  a riva  durante le ore notturne alla ricerca del cibo. In genere è sufficienteun lancio intorno ai 40/50 metri per raggiungere il margine dove si trovano esemplari di una taglia soddisfacente. Per un eccesso di precisione si dovrebbe finire la lenza con la girella che precede il salva strappo che la divide dal piombo, che non va bloccato: alla girella si attaccherà un terminale di un diametro leggermente inferiore tipo lo 0,20 che risulterà ancor meno visibile della lenza, e particolare dovrà essere la cura con la quale nasconderemo all’occhio della preda l’amo coprendolo accuratamente con l’esca . Esistono in commercio particolari piombi piatticon dei denti sopra che consentono di attirare alzando la sabbia del fondale in fase di recupero eventuali esemplari nelle vicinanze.

Un’altra delle prede che popolano la notte è il sarago (diplodus sargus) pesce che ama un mare piùagitato della mormora ed esce dalle sue profonde tane solamente durante le perturbazioni e si avvicina a riva per cibarsi delle sue abituali prede scoperte dalle correnti marine. Più difficilmente si potrà catturare un’ombrina(umbrina cirrosa), a meno che non vi sia un fondale solcato da vene di acqua dolce. Di questo perciforme si possono trovare esemplari lunghi fino a 70 cm, nonostante la taglia media sia di parecchio inferiore: lanciare intorno ai 60 metri ci dovrebbe consentire la cattura di esemplari di taglia accettabilissima. Ancor meno in orario notturno risulta possibile la cattura dell’orata (sparus auratus) che può arrivare a misurare fino ai 50 cm, ha una livrea azzurro-argentea e una striscia dorata sulla testa: è però un pesce che predilige le ore diurne ed un mare calmo, inoltre è necessario un lancio da campione per arrivare alle distanze che abitualmente frequenta.

E comunque vadano le catture, tutto questo lascia dei piacevoli ricordi in chiunque si sia mai trovato a partecipare ad una di queste magiche serate.

Bruno GIAMBENEDETTI

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