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Si estende lungo 7 km di costa, ha quasi 1.700 ettari di natura incontaminata. È senza dubbio un paradiso terrestre. Tappa di questo viaggio non un isola esotica, o un’irraggiungibile meta turistica, ma uno dei più splendidi litorali della costa tirrenica della Sicilia. È la Riserva Orientata dello Zingaro: tra il comune di Castellammare del Golfo e il comune di San Vito lo Capo si estende questa meraviglia della natura, oggi Tutelata dal Dipartimento Regionale Azienda Regionale e Foreste Demaniali. In questa parte di territorio, l’uomo e la sua smania di edificare non sono mai passati, unico tratto di costa dove non vi è una strada litoranea. La vicenda che sta dietro a questa caratteristica, ha a che fare con le battagli che dal lontano 1976 furono portate con successo avanti dagli ambientalisti che si opposero nettamente a quella che sarebbe dovuta essere un’imminente costruzione. Formata da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico, la Riserva dello Zingaro è intercalata da sette calette tutte ciottolose, vera goduria dei visitatori. Lo Zingaro, infatti, è strettamente legato al mare, il mare, non solo è il suo confine naturale geografico, ma il suo sfondo più bello. Il profilo litoraneo è  formato da un’alternanza di alte pareti di roccia che sprofondano nel blu, e da insenature che si affacciano a strapiombo sul mare, mentre le calette ciottolose sono come nicchie più chiare incavate sul fianco delle muraglie dolomitiche. Il percorso a piedi consente di seguire itinerari strabilianti, ricchi di scenari non solo suggestivi, ma letteralmente emozionanti. Rigogliosa la macchia mediterranea che fa parte della riserva. Il paesaggio originario era costituito in massima parte dalla foresta mediterranea sempreverde: come piccole felci, ciclamini, cespugli di pungitopo. Nella riserva nidificano ben 39 specie di uccelli tra cui il falco pellegrino, mentre tra i mammiferi troviamo, la donnola, la volpe, conigli, il riccio, l’istrice. La fauna marina costiera della riserva è caratterizzata da ampie zone di trottoir a vermeti, tipica del Mar Mediterraneo, per molti versi simile alle barriere coralline. L’ingresso ai visitatori è aperto dalle 7:30 sino alle 19:30, ed è possibile scegliere tra sei itinerari da percorrere, il Sentiero Principale, il Secondo Sentiero, il Terzo Sentiero, l’Altro Sentiero, Viale Parafuoco e Scala Carrabile. Per i più curiosi, quelli che non scelgono solo la meravigliosa giornata che può offrire il mare, è interessante vedere il Borgo Cusenza, questo luogo era già citato da Cordici (1586-1666) come “Bagghiu di l’Acci”, che così recitava: “Non ha eguali nostro territorio che renda la carne del bestiame che ivi pascola più dolce al gusto di questo feudo”. Si ha notizia che questo luogo fu abitato dalla famiglia Cusenza di San Vito Lo Capo già nel 1820. In seguito abitato solo stagionalmente, le donne e i bambini infatti, salivano da San Vito al Borgo nel periodo estivo e si fermavano fino al mese di dicembre, periodo di semina del grano.

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Per gli amanti dell’avventura sarà interessante la Mappa dei rifugi, ubicati in Contrada Sughero lungo il sentiero di mezza costa, nei quali è possibile bivaccare facendo richiesta alla Direzione della Riserva. I rifugi utilizzati per il bivacco vengono concessi, previa autorizzazione della Direzione, soltanto nel periodo che va da Ottobre a Maggio. All’interno della riserva si trovano il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, dove è riprodotto il ciclo completo del grano, il Centro di Educazione Ambientale, due aree attrezzate e dei caseggiati rurali adibiti al bivacco.

di Giorgia Schirò

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