La Comunità di SANT’EGIDIO

Una Comunità senza frontiere

La Comunità di SANT’EGIDIO

Comunicare il Vangelo, l’amicizia con i poveri, il servizio alla pace e all’umanizzazione nel mondo, la lotta all’AIDS in Africa, il lungo e costante cammino verso l’abolizione della Pena di Morte sono alcune delle iniziative che la Comunità di Sant’Egidio porta avanti  fin dalla sua nascita nel 1986 all’Indomani del Concilio Vaticano II.

Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant’Egidio, dirigente RAI. editorialista de Il Corriere della Sera e uno dei fondatori della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte si batte da anni perché le ragioni della vita prevalgano su quelle della morte: attraverso i suoi volontari, la Comunità di Sant’Egidio è vicina ai condannati a morte. Paga gli avvocati difensori per i più indigenti, interviene presso i Governi con richieste di grazia ma, soprattutto, non abbandona gli individui che spesso da lunghi anni aspettano quel giorno terribile in cui un boia spegnerà la loro vita; ovunque è possibile, i condannati vengono visitati e seguiti nelle giornate che devono essere interminabili per chi non ha più speranza. Molti volontari scrivono ai condannati per dare loro la certezza di non essere soli.

La Comunità di SANT’EGIDIO

La Comunità di SANT’EGIDIO

Ma che cos’è, come nasce e come opera la Comunità di Sant’Egidio che ha lanciato sette anni fa la Giornata Mondiale delle Città per la Vita/Città contro la Pena di Morte?

La Comunità di Sant’Egidio nasce  a Roma nel 1968: uno studente del Liceo Virgilio, Andrea Riccardi, insieme ad alcuni compagni di scuola, decide di fare la “sua”contestazione in un modo diverso. Aiutare i poveri, chi non ha casa e vive sotto i ponti della città eterna o nelle periferie degradate e gli anziani soli, guidati da  una lettura del Vangelo che non sa di teoria ma di voglia di aiutare e mettersi al servizio di chi non ha niente. Questo gruppetto di ragazzi e ragazze, senza soldi ma ricchi di una profonda fede evangelica, ha una determinazione che stupisce: le difficoltà non li spaventano né l’ironia di chi ‘saggiamente’ li chiamava utopisti. Oggi l’utopia di Andrea Riccardi e dei suoi primi amici conta più di 60.000 membri in 70 Paesi del mondo.

Ufficialmente la Comunità è un’associazione internazionale pubblica di laici della Chiesa cattolica, riconosciuta ufficialmente sia a livello locale che internazionale come organizzazione non governativa (ONG).

Questi ragazzi entusiasti che hanno iniziato con piccole cose come assistere gli anziani soli  o i senzatetto hanno, in questi 41 anni di attività ininterrotta, allargato il loro raggio di azione non per megalomania ma semplicemente perché il mondo è sempre più povero, la strada sempre più affollata di gente senza casa come immigrati o rom e la società sempre più indifferente verso chi è disabile fisicamente o mentalmente. Oggi Andrea Riccardi e con lui tutti i ‘vecchi’ del Sant’Egidio hanno i capelli brizzolati  ma lo stesso entusiasmo che richiama tanti giovani,  le nuove leve che potete incontrare alle stazioni della metro e in giro per tutta la città, di sera,  a portare le cene per centinaia di persone che vivono in strada o alla Mensa di Via Dandolo dove si servono ogni giorno più di 1.000 pasti o nella sede di Trastevere a fornire aiuto agli immigrati per un corso di italiano o un consiglio burocratico/amministrativo. Anche quest’anno è disponibile la nuova Guida Michelin dei poveri “Dove mangiare, dormire, lavarsi 2010” distribuita dai volontari a chi vive per strada. La capacità di ‘fare cose straordianrie in modo ordinario’ è il segno distintivo di questi amici dei poveri: certamente i discorsi  di Andrea Riccardi hanno un effetto galvanizzante nelle riunioni che, ovunque nel mondo, continua a tenere con instancabile impegno per i componenti della Comunità e per quanti vogliono conoscerla.

Il decentramento la Comunità l’ha realizzato molto prima dei nostri Governi: da sempre ogni quartiere di Roma ha una sede in cui gli aderenti si incontrano settimanalmente alla scuola del Vangelo per commentare brani evangelici in un costante rapporto con il vivere quotidiano, per organizzare gli abiti che vengono regalati, preparare i panini per le cene di strada, aiutare i bambini poveri a fare i compiti o gli anziani a trascorrere un pomeriggio allegro. Perché questa Comunità è allegra, come il suo fondatore Prof. Riccardi che non disdegna, negli incontri con gli amici di sempre, le battute  a dimostrazione che per fare il bene non è necessario essere noiosi.

Proprio alla luce di quel ‘fare cose straordinarie in modo ordinario’, la Comunità porta avanti progetti internazionali di larghissimo respiro, anzi da mozzafiato.

DREAM – Drug Resourch Enhancement against AIDS  and Malnutrition -programma di vaccinazione di madri sieropositive e di sostegno alimentare, è nato in Mozambico – paese che ha chiuso una lunga guerra civile grazie alla mediazione della Comunità nel     –  e si è poi allargato ad altri Paesi africani. I risultati parlano da soli, a dimostrazione che gli africani vogliono e possono curarsi, se aiutati nel modo giusto.

BRAVO!  – Birth Registration for All Versus Oblivious – programma per la registrazione anagrafica di tutti i bambini del mondo, già attivo in alcuni Paesi africani,  perché milioni di piccoli orfani esistano e possano diventare adottabili. Sconvolgono i dati UNICEF: ogni anno non vengono registrati al momento della nascita dai 48 milioni del 2003 ai 51 milioni  di bambini nel 2007..

Il grande sogno che la Comunità persegue è certamente quello della pace tra i popoli, attraverso la mediazione delle varie religioni che devono unire e non dividere. Guida nel percorso di pace è stato  Giovanni Paolo II che, nella prima preghiera della pace tenuta ad Assisi nel 1986 con la partecipazione dei massimi rappresentanti di tutte le religioni mondiali, parlò di  ‘spirito di Assisi’. Quello ‘spirito di Assisi’ è diventanto lo slogan di tutte le giornate della pace organizzate annualmente nel mondo, l’ultima a Cracovia come omaggio affettuoso e riconoscente al  Papa della pace.

Quale alto riconoscimento per questa azione instancabile di pacificatori, nel 2004 è stato assegnato alla Comunità il Premio Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza fra i popoli e  il 21 maggio 2009 è stato conferito il Premio Internazionale Carlo Magno ad Andrea Riccardi , fondatore della Comunità di Sant’Egidio “Per onorare un esempio straordinario di impegno civile in favore di un’Europa più umana e solidale per un mondo più pacifico e giusto”.

Gente così non può certo dimenticare il vero significato del Natale che è, innanzitutto, festa e vicinanza a chi  è solo e povero. Nel 1982, quasi casualmente, un piccolo gruppo di poveri fu accolto a pranzo il giorno di Natale nella chiesa di Santa Maria in Trastevere, sede storica della Comunità. Da lì fu naturale che, negli anni, il gruppo si allargasse e oggi la Comunità invita a Trastevere più di 500 persone: tavoli apparecchiati con tovaglie natalizie e, per ogni ospite, un piccolo regalo. Quest’anno è più difficile apparecchiare per tutti perché chi ha sempre aiutato generosamente  ha meno soldi in tasca  ma la Comunità si sta organizzando con mercatini pro pranzo a Trastevere e raccolte nei supermercati di tutta la città.

Ma  Roma è generosa e non permetterà che un povero rimanga a Natale fuori dalla porta di Santa Maria o delle sedi di quartiere che organizzano centianaia di pranzi: un esempio è il Laurentino 38 dove il 25 dicembre siederanno a tavola 200 persone!

Facciamo anche noi, almeno per Natale, una cosa straordinaria in modo ordinario: offriamo un pranzo ai poveri.

Buon Natale a tutti!!!!!

Maria Cristina Passalacqua

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