Helga Cossu

HELGA COSSU – PROFESSIONE GIORNALISTA

E’ il volto del mattino di Romauno. E’ bella e piena di talento. A Domenica Roma Helga Cossu ci racconta del suo esordio nel mondo del giornalismo.

Come nasce, professionalmente, Helga Cossu?

I primi passi nel mondo del giornalismo li ho compiuti nel 1999. Entrai in un team di persone che aveva appena dato vita ad un nuovo settimanale. Si chiamava il Corriere del Sud Lazio. Ognuno doveva occuparsi di un settore e di un’area territoriale. A me fu assegnata la politica locale del paese in cui vivevo. Un colpo al cuore. Non sapevo nulla di politica. Ricordo ancora le ore passate negli uffici comunali ad intervistare gli assessori e a cercare di capire i meccanismi di tutto l’apparato. Sfornavo dei pezzi chilometrici, pieni di metafore e giri di parole; allora però mi sembravano bellissimi e comunque c’era il mio nome.

Poi sono passata ad un quotidiano locale e lì ho cominciato ad entrare nel vivo del mestiere e ad appassionarmi maggiormente alla cronaca.

Dalla carta stampata alla tv, com’è stato il passaggio?

È stato un po’ come ricominciare daccapo. Cambiava tutto, dal mezzo al linguaggio. Pensa che al colloquio, quando il direttore lesse gli articoli che gli avevo portato si fece una gran risata. Ma quello fu il primo di una lunga serie di insegnamenti. Il mestiere vero e proprio è cominciato lì. Per quasi un anno ogni giorno sono stata in redazione a guardare gli altri lavorare. Una scuola vera, dove il direttore dispensava i suoi 20 anni di esperienza con estrema severità.

In che senso?

Notti intere passate dietro una notizia di cronaca per vedere il giorno dopo il pezzo buttato nel cestino solo perché  la notizia era due frasi più bassa.

Quella per il giornalismo è una passione che coltivi da quando eri piccola. Se tornassi indietro rifaresti le stesse scelte?

Assolutamente sì. A volte nella vita ci sono cose che lì per lì credi siano inutili o addirittura sbagliate. Poi però è il tempo che ti insegna che a tutto c’è un perché; se lo sai cogliere ti rendi conto che le scelte sbagliate non esistono.

Sei stata il volto del Tg mattutino di RomaUno: esperienza faticosa?

La mia conduzione mattutina è iniziata ad aprile 2007 ed è finita a dicembre scorso. Otto  mesi di alba garantisco che cambiano la vita, specie a chi come me odia il suono della sveglia. Cosa cambia? All’inizio ti sforzi di trovare il lato positivo e pensi per esempio alle cose che potresti fare avendo i pomeriggi liberi e dicendo a te stessa quanto sei fortunata a poter vedere i colori meravigliosi dell’alba. Quando però ti accorgi che sono solo le 17 e il fisico non risponde ai comandi smetti anche di sopportare chi per tirarti su se ne esce con le frasi proverbiali del tipo “il mattino ha l’oro in bocca” o “chi dorme non piglia pesci” e via dicendo.

Che tipo di scuola rappresentano, per un aspirante giornalista, i canali televisivi locali?

Sono fondamentali per la formazione di ogni giornalista. Nessuno si sveglia la mattina e arriva alla Rai, come nessuno di punto in bianco mette la firma sul Corriere della Sera. Tutti fanno palestra nelle piccole emittenti. È qui che si acquisiscono le qualità che ti consentono di capire il mestiere in tutti i suoi aspetti. Ti ritrovi a fare il giornalista ma anche l’operatore o addirittura il montatore… è questa la palestra che completa la formazione.

Quale ritieni sia il ruolo delle emittenti locali come RomaUno nel panorama giornalistico italiano?

Se vuoi sapere cosa accade in Iraq  hai a disposizione almeno 7 emittenti nazionali, se vuoi sapere cosa accade a Roma vedi “RomaUno”. Il ruolo sta qui, nel garantire ai cittadini la conoscenza di ciò che avviene intorno a loro, nel posto in cui vivono.

Tra l’altro RomaUno non è esattamente paragonabile alle altre emittenti locali. È un canale all news, non trasmette donnine nude, cartomanti e televendite, ha fatto una scelta editoriale ben lontana da quella che per riempire un palinsesto inserisce contenuti a prescindere. Ha puntato molto sulla qualità; di emittenti così ce ne sono ben poche in Italia.

Qual’è la parte più bella di questo mestiere?

La possibilità di crescere insieme alle storie che racconti. A volte hai la sensazione di aiutare le persone, magari anche solo facendo conoscere frammenti della loro vita agli altri. In fondo il bravo giornalista somma alle sue esperienze quelle delle persone che incontra e su questo crea la propria credibilità.

C’è una collega alla quale ti ispiri?

Mi ispiravo. Annalisa Spiezie. Prima dell’arrivo di Mimun al tg5 conduceva in prima serata, poi è stata nominata caporedattore ma tolta dalla conduzione… peccato.

Semplice, professionale, più attenta alla notizia che alla scollatura.

Quale ruolo rivestono oggi le donne nel mondo dell’informazione?

Il ruolo della donna è importante quanto quello dell’uomo. Non sono i sessi a fare la differenza ma i giornalisti. Di fatto nel mondo dell’informazione gli uomini sono numericamente superiori: dietro questo fenomeno ci sono ragioni sociologiche e credo che anche le donne abbiano la loro fetta di responsabilità.

In fin dei conti però non mi piace stare dietro alle differenze: somigliano ai problemi, spesso appartengono a chi se li fa.

Dopo una lunga gavetta sogni l’affermazione a livello nazionale?

Vale sempre la pena sognare ma l’affermazione che cerco è crescere ancora. Dove? Chissà..

Lavorare in una redazione giornalistica comporta grossi sacrifici. Come riesci a conciliare lavoro e vita privata?

L’una finisce dove inizia l’altra. Basta non mischiarle.

La domanda è d’obbligo: sei single?

La risposta non è d’obbligo giusto? Scherzo… no, non sono single.

Professionalità, simpatia, bellezza: su cosa punti maggiormente?

La bellezza è una maschera, la simpatia è una dote, la professionalità è la sostanza di questo mestiere. Come disse il grande Enzo Biagi “un conto è apparire, un altro conto è essere”.

Che consiglio daresti a chi volesse intraprendere la professione di giornalista?

Mi metti in crisi sul finale? Oggi è ancora più difficile entrare rispetto al passato ma se ci si crede davvero suggerirei di non abbattersi di fronte alle difficoltà e di non fingere mai di essere qualcosa che non si è.

Come trascorre la domenica Helga Cossu?

Quando posso vado a trovare i miei, la domenica in famiglia è la giornata più distensiva della settimana.

Un saluto ai lettori di Domenica Roma e un augurio per l’anno appena iniziato…

Mi piacerebbe che il 2008 fosse l’anno della solidarietà. A tutti i lettori di Domenica Roma auguro di ricevere quello che sperano e di essere felici di donare.

Questo mese su Domenica Roma l’intervista ad una giornalista dal futuro promettente. Con un viso e un curriculum come il suo siamo sicuri che arriverà lontano…

Marnie Moretti

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