Febbraio: mese sottozero anche per la tv

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Il gelido febbraio è ormai alle spalle, le nostre menti e le speranze si rivolgono alla prossima stagione calda: con l’auspicio che questa sia piena di dolci sorprese. Il termometro in questo mese ha spesso toccato lo zero, ma non è stato l’unico, anche la nostra tv – prendendo in considerazione le principali emittenti Rai e Mediaset – non è stata da meno. Tralasciando il carnevale, due sono stati gli eventi che per giorni sono stati argomenti principali di approfonditi dibattiti: San Valentino  e Sanremo.

La commercialissima festa del 14 febbraio ha visto dipanarsi dibattiti sull’amore di ogni genere o sorta: alcuni melensi, altri toccanti. Su Canale5 il pomeriggio è diretto dall’arrembante Barbara D’Urso, che ha come ospite principe uno che di amore se ne intende e la sa lunga: Alessandro Cecchi Paone. Il noto conduttore televisivo sullo sgabello di Domenica5 snocciola e ripercorre con minuzia di particolari la propria vita, evidenziando tutte le arcinote vicende e vicissitudini amorose che l’hanno segnata. Ma fermarsi a un semplice racconto autobiografico non sarebbe stato sufficiente e allora ecco che l’ex conduttore di Rete4, per farsi ricordare, rivolge un appello ai suoi colleghi del mondo dello spettacolo “perché facciano outing sulla loro omosessualità”. Ma solo questo non basta; allora la D’Urso gli chiede di fare dei nomi e, come è giusto che sia, per spararla grossa serve gente conosciuta e apprezzata. Chiama così in causa due grandi artisti: Renato Zero e Tiziano Ferro. Il primo lo sminuisce affermando che “per tutta la vita ha fatto soldi e fortuna mettendosi le piume e sculettando”.

Milioni di dischi venduti, stadi pieni, canzoni che parlano di amore vero, di sofferenza, di abbandono, canzoni che sono inni alla vita, tutto il suo patrimonio artistico depauperato in attimo da una persona che fino a qualche attimo prima aveva la parvenza di essere intelligente. Si rivolge poi a Tiziano Ferro: “visto che ti nascondi a Londra, vieni qui in Italia e raccontaci la verità”. Cecchi Paone, uomo che per lungo tempo si è dedicato alla ricerca e divulgazione scientifica, basa questa ‘verità’ facendo riferimento a siti e blog che trattano di gossip. Ma il consenso l’artista di Latina lo ha ottenuto attraverso la sua musica, le sue parole e la sua arte e non ha certo bisogno di un salottino in tv. Per evitare una querela conclude “sono semplici richieste di chiarimento, non sto mica dicendo che sono omosessuali”. Ai posteri l’ardua sentenza.

Capitolo Sanremo.“Il prossimo anno partecipo anche io”: è la frase che tutti, dalla modesta casalinga al cantante a-tempo-perso sotto la doccia, hanno pensato dopo aver visto i primi due classificati di Sanremo. Valerio Scanu e il trio Pupo-Filiberto-Canonici hanno occupato le prime posizioni del podio non senza accese polemiche. Il vincitore di quest’edizione proviene dal programma di “Amici” e deve questo successo alla popolarità e ai consensi conseguiti durante il talent-show. Il profondissimo testo della sua canzone ci fa capire che l’esibizionismo estremo può essere un valore: si può fare l’amore “in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, in tutto il mondo”, per giunta nudi e in pieno inverno! De gustibus…  Sul trio delle ‘meraviglie’ tanto si è detto, forse proprio per merito delle mille polemiche hanno avuto questo fortunoso percorso: eliminati la prima serata, ripescati e per chiudere un bel secondo posto. Il testo della canzone vorrebbe essere una dichiarazione d’amore all’Italia scritta da Emanuele Filiberto, anche se sembra composta da un capoclasse di una qualsiasi scuola materna, e in alcuni versi l’autore dice “ io credo nelle tradizioni di un popolo che non si arrende, e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente” poi continua “Io credo ancora nel rispetto, nell’onesta di un ideale. Nel sogno chiuso in un cassetto, e in un paese più normale”. Niente male per uno che qualche mese prima aveva chiesto 260 milioni di euro di risarcimento a questo popolo poveraccio e a questa nazione disgraziata che, però, tanto ama. Ci si chiede chi dovrebbe iniziare a essere più normale. Come sottotitolo l’evento ha ancora “Festival della canzone italiana”, deprimente se si pensa alla maggior parte degli artisti in gara, allora sì che viene da pensare che la musica italiana sia finita. Per fortuna che non è così, i grandi artisti in Italia ci sono e sanno farci emozionare e alcuni vengono anche denigrati da Cecchi Paone. Anche in questo festival non sono mancati, ma, come spesso accade negli ultimi tempi, si valorizza solo chi sa fare spettacolo e creare audience piuttosto che chi ha un buon testo e sa fare il cantante. A presentare il tutto una buona Antonella Clerici, che fa qualche gaffe, ma è tutto nella norma, si destreggia bene con i ritmi, un po’ lenti, del festival. Altra nota controversa è stata la partecipazione di Antonio Cassano durante la prima serata, nulla da togliere al talento di Bari vecchia, sicuramente un fenomeno su palcoscenici calcistica, un po’ meno su quelli artistici: per un lauto compenso (si parla di 150 mila euro – fonte dagospia.com), l’abbiamo visto tradurre frasi dall’italiano al pugliese, è parso esagerato. Le altre serate sono state abbastanza soporifere: qualche ospite incuriosisce, qualcun altro annoia, gli ascolti però reggono: una media di 10 milioni. Forse i telespettatori dopo i primi 10 minuti si addormentano e nel sonno risulta difficile spegnere o cambiare canale. Il festival di Sanremo fa parte della storia della televisione italiana, ma è un evento che dall’esordio, negli anni ’50, ha cambiato poco. Nonostante i mille sforzi di autori, presentatori e la bravura di qualche artista ha un ritmo troppo lento e un format che inizia a risultare obsoleto. Resta in vita per i compensi che ogni anno percepisce chi vi partecipa e per le passerelle che i vip nostrani possono fare sul palco dell’Ariston o sul red carpet fuori dal teatro. Tutto finirebbe con una bella operazione trasparenza sui guadagni, così magari quegli italiani che hanno voglia e solerzia di protestare, spostano le loro manifestazioni da piazza Montecitorio a viale Mazzini.

Francesco Frattarelli

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