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E’ mattina, Benedicta prepara un caffè, io metto a punto le domande e il mio registratore, la moka fischia… è il segnale che possiamo iniziare.

“Ciao Brother”, raccontaci il film e il tuo personaggio.
Non è facile raccontare una commedia. Posso dirti che è una favola moderna, una favola di una bella amicizia tra due maschi, che si sviluppa non tra poche difficoltà. La cosa fondamentale è che è una commedia dove si ride. Mi sono resa conto già sul set che si rideva, ci siamo divertiti molto. Devo dire che Pablo e Pedro hanno fatto centro. Per quanto riguarda il mio personaggio, quando ho letto il copione, ho capito che era l’occasione per poter interpretare un ruolo, molto diverso da come sono io. Fare la parte della cattiva, una donna ossessionata dalla bellezza, dagli anni che passano e dai soldi. Praticamente il contrario di come sono. Se non era per la mia “cattiveria”, non si sarebbe creata la favola dell’amicizia dei due personaggi interpretati da Pablo e Pedro. Il Film sta avendo un ottimo successo e tutti noi del cast ne siamo contenti. Vi aspetto al cinema.

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Il teatro la tua passione, cosa bolle in pentola?
Le storie, le occasioni, il cinema, la tv, il teatro, cucinare bene, lo spettacolo, fare bene il mio lavoro, ecco queste per me sono le passioni. Per il teatro ho due appuntamenti prossimi. Il primo a luglio al Festival teatrale di Borgio Verezzi, con uno spettacolo dal titolo “Fiore di cactus”, con Maximilian Nisi e la regia di Piergiorgio Piccoli. E poi a fine anno, torno a lavorare con Maurizio Micheli, colui che mi ha insegnato molto a cui sono molto legata. E’ una commedia comica dal titolo “Il Peggior weekend della nostra vita”.

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Raccontaci i tuoi anni 80.
Mi inviti a nozze. Tra l’altro ogni lunedì scrivo un pezzo sugli anni 80 che va sul Fatto Quotidiano. Anni bellissimi, mi ricorda la mia adolescenza, si sognava. Erano gli anni dei marchi, i camperos, i jeans griffati, la Vespa 50 bianca o il Boxer Piaggio blu. Era il periodo dell’ingenuità, ma anche del sentirsi forte, perché avevi il futuro in mano, una girandola di emozioni. Devo dire comunque che non erano solo rose e fiori, io sono cresciuta a Roma nord, ricordo quel periodo anche per la violenza che c’era nelle piazze; una violenza per lo più data dalle contrapposizioni politiche. Tornando a me, non ero una grande studiosa, sfruttavo come una matta gli ultimi due mesi per studiare ed essere promossa. Infine come non ricordare gli anni 80 per la danza, ho studiato e sono diventata una ballerina. Questo mi ha permesso già a 19 anni di lavorare nel mondo dello spettacolo. Ti voglio raccontare un aneddoto su mia nonna, che tra le altre cose mi ha avvicinato alla danza. Mia nonna negli anni 30 è stata una ballerina di Tip Tap; beh vuoi sapere come è stato il suo provino? Le facevano salire sul palco quattro alla volta, gli facevano alzare la gonna e gli guardavano le gambe… mia nonna rimase basita, ma non si scoraggiò, la scelsero e con il lavoro e l’impegno fece una discreta carriera.

Questa la metti all'interno dell'intervista e ci scrivi sotto "Foto di scena Film Ciao Brother
Foto di scena Film Ciao Brother

Il tuo rapporto con Brigitta, tua sorella.
Buono, abbiamo lavorato insieme. Non siamo gemelle, io ho 5 anni e mezzo più di lei, ma la più piccola sembro io. Brigitta è cresciuta molto velocemente è una tipa sveglia io sono più ingenua, lei è sposata madre di due figli, io faccio ancora la vita da ragazza ma non mi dispiace.

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Twitter o Facebook?
Tutti e due, non butto nessuno dalla torre. Hanno ambedue un senso, se devo postare qualcosa che deve durare qualche giorno uso Facebook, se devo fare un annuncio utilizzo Twitter. Sono molto presente e mi piace interagire con i miei fans, curo personalmente le mie pagine. Se scrivo sul Fatto Quotidiano lo devo ai social. Scrissi un pezzo sugli anni 80, ci furono 93mila condivisioni… rimasi stupita. Il Fatto Quotidiano mi chiese di scrivere per loro, all’inizio ero titubante, poi mi dissero che non scherzavano e che Travaglio aveva piacere di darmi una rubrica ogni lunedì. Non è stato facile, ma grazie anche alla collaborazione con Massimiliano Giovanetti, siamo riusciti a scrivere già ben 48 storie.

L’Amore per Benedicta.
Sai che non so che dirti… Forse non mi innamoro più perché ho troppo il senso dell’umorismo… ti va bene questa risposta? …ma dai sto bene, sono felice , mi sento in armonia con me stessa, sono allegra, è un periodo molto positivo.

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Nel film “Ciao Brother” eri sempre presa con le maschere di bellezza. Cosa pensi della chirurgia estetica?
Allora io penso che il bisogno di essere belli sia una patologia dei nostri tempi. Gravissima, perché soprattutto gli uomini, più grandi sono e più ti giudicano. Quella e’ bella, quella è brutta, quella c’ha il culo grosso, quella le tette calate, quella è invecchiata… sempre quella quella quella. Ma è terribile, non si accorgono che anche loro, gli uomini invecchiano..? e le rughe? Le loro pance ? dai siamo seri. Essere sempre giudicate dagli uomini è tremendo, mettono l’ansia, non sarò più all’altezza della situazione? Dio mio gli anni passano… non gli piacerò più? Cosa farò? C’è un testo bellissimo, che si chiama “Il Corpo Giusto”, che mi piacerebbe interpretare a teatro, che inizia così: Quando ero piccola la gente mi diceva cosa vuoi diventare da grande? E io gli rispondevo voglio diventare bella. Ma come bella? Si voglio essere bella, io non voglio essere un pompiere, una ballerina un infermiere un avvocato, io voglio essere bella, perché bella vuol dire essere voluta bene. Parte così ed straordinario, attualissimo rispecchia totalmente la società maschilista di oggi, ed è vero! Detto questo non sono contraria alla chirurgia estetica… l’importante è non omologarsi nella bellezza costruita. Basta avere la misura e il gusto di non eccedere.

Per finire l’ultimo libro che hai letto.
Sto leggendo “L’Amante dell’Imperatore” di Arrigo Petacco, veramente un bel libro interessante, che parla di una storia vera.

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Finisce qui questa piacevole intervista, Benedicta mette a posto le ultime correzioni del suo famoso pezzo sugli anni 80 e ci invita ad andare al cinema per vedere “Ciao Brother”. Cosa che io ho già fatto, ora tocca a voi amici di Domenica Roma. A presto.


Mauro Crisari

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