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1) Conosciamoti meglio, racconataci come sei diventata attrice? Quando ho saputo che non potevo fare a meno di esprimere me stessa attraverso l’arte… Non si tratta di fama, di popolarità, di soldi… Si tratta di sentire la pienezza in te… Non c’è un’altro mestiere remunerato al mondo che mi genera tali sensazioni, tali emozioni, tali soddisfazioni a tal punto di rendermi cosi felice!!! Non c’e nessun mestiere al mondo che non richieda un buon allenamento e tanto sforzo, penso di essere in grado di fare tante altre cose nella vita d’altronde sono anche una psicologa laureata, ma cercherei lo stesso tante altre forme di esprimermi attraverso l’arte e questo l’ho capito fin da piccola.

2) Il tuo rapporto con l’Italia in generale e con il cinema italiano?
Mia Nonna era italiana per questo motivo ho la doppia cittadinanza quindi le mie origini sono italiane, amo l’Italia profondamente nonostante le limitazioni che rappresenta viverci in questo paese. Ogni paese, ogni cultura ha un modo di esprimersi anche attraverso l’arte cinematografica. Penso che il lavoro cinematografico svolto fino adesso in Italia in questo campo ha avuto grandi risultati, come l’Oscar di Sorrentino per esempio, questi successi mi hanno fatto sentire fiera di essere ItaloColombiana. Nonostante ciò c’è tanto da fare ancora nel Cinema Italiano ma penso che riuscirà ad aprirsi piano, piano alle nuove proposte.

3) Cinema, Televisione o teatro. Dove ti senti più portata?
Per me il lavoro a livello di interpretazione è uno solo, sia nel cinema, sia nella televisione che nel Teatro, amo immedesimarmi nei personaggi viverli a 360 gradi per questo motivo non faccio molta differenze ne divisioni tra i campi d’azione, per me la recitazione è solo una, vissuta in contesti differenti, nonostante tutto l’emozione che ti da il palco scenico è unica.

4) I tuoi prossimi progetti? La vita si scrive giorno dopo giorno, almeno questo è quello che provo a fare, in genere non amo molto parlare dei prossimi progetti perché il domani si costruisci oggi, nonostante ciò ti confesso che la produzione Lumiere a Perugia, mi ha riportata di nuovo in Italia per girare uno dei suoi progetti cinematografici terminato nei mesi scorsi.

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5) Una giornata tipo quando non lavori?
Amo il mare profondamente, un bel panorama, la natura, caminare, leggere un buon libro in un parco, adoro vedere un bel film, condividere del tempo con gli amici e la famiglia e se posso aiutare coloro che hanno bisogno, soprattutto i bambini, sono molto vicina ai bambini malati di cancro.

6) Dovi vivi abitualmente e perché? Vivo tra la Colombia e l’Italia, per motivi di lavoro mi sposto, ho altre attività e faccio l’attrice anche in Colombia ma torno sempre ogni anno in Italia, non potrei mai lasciarla completamente, fa parte di me ormai ed adoro poter lavorare anche qui.

7) Il tuo rapporto con i social? Diciamo neutro, cioè mi interessa molto essere in contatto con con coloro che mi seguono e apprezzano il mio lavoro perché il successo dei nostri film lo dobbiamo propio a loro, al pubblico quindi è un affetto reciproco, ma non posso sempre dedicarle molto tempo, ma nonostante trovo sempre almeno un attimo per un amorevole saluto.

8) Cos’è l’amore per te? in questo momento single o impegnata?
L’amore per me è un motore che ti porta a camminare là dove vuoi andare, ma l’amore vero inizi a viverlo quando ti innamori prima di te, tu non puoi amare nessuno se non ami per prima te stesso. Alla tua domanda se in questo momento sono single o impegnata rispondo: sono in perfetta armonia con me stessa ma non sono mai sola, si può amare anche in libertà.

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9) Il tuo sogno nel cassetto? Ne ho diversi ma in questo momento il primo che mi affiora nella mia mente è quello di avere una fondazione che aiuti in diverse maniere i bambini malati di cancro.

10) E’ difficile lavorare in Italia come attrice? Penso che l’integrazione etnica e culturale non fa del tutto parte della Italia quindi se scrivessero più ruoli anche tenendo in conto che l’Italia è un paese anche di immigranti forse si, si lavorerebbe di più. L’Italia è ancora indietro per diventare un paese internazionale come l’America ma si impara anche strada facendo ad aprirsi al “nuovo mondo”.

Mauro Crisari

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